La rivincita dei falliti è un agile volume dedicato alla celeberrima serie Better Call Saul (BCS, 2015-2022) a firma Vince Gilligan e Peter Gould, spin-off della titanica Breaking Bad (BB, 2008-2013) dedicato a uno dei suoi personaggi secondari, l’avvocato Saul Goodman (Bob Odenkirk). Il libro procede a una progressiva immersione nell’ecosistema BCS-BB che parte dalle vicende creative, produttive e distributive da cui prende origine lo spin-off (cap. 1), prosegue con la descrizione del mondo narrativo di BCS e delle sue espansioni trans e cross mediali (cap. 2), per dedicarsi in seguito al suo protagonista, alle strategie di mimetizzazione che adotta e all’ambiguità etica e morale che cavalca (cap. 3) e mostrare come lo stile visivo e il ritmo narrativo della serie interagiscano sistematicamente con la trama, dischiudendo una riflessione critica sul labile confine fra bene e male e sui principi stessi della serialità (cap. 4).
Sullo sfondo dell’ecologia seriale contemporanea, cui è dedicato un altro recente libro dell’autore, Comunità seriali (Meltemi, 2022), Coviello propone un affondo monografico che segna, a più livelli, una «rivincita dei cattivi». Rivincita, in primo luogo, di un un genere di villain del tutto anomalo nella recente letteratura seriale. A differenza di altri celebri cattivi come il Dexter dell’omonima serie, malato psichico che agisce sotto un impulso involontario e indomabile, o lo stesso Walter White/Heisenberg protagonista di BB, malato terminale preoccupato delle sorti della famiglia, Saul Goodman “non ha scuse”, sembra mosso dalla sola volontà di sovvertire i limiti morali e comportamentali. Jimmy/Saul non è definito da specifici valori negativi, come l’avidità economica o l’indifferenza etica che pure mostra in molteplici occasioni, ma da un principio di teatralità che ne guida i modi di interazione con gli altri e ne costruisce l’identità, nella tensione fra le tante maschere indossate e dismesse e una soggettività che non coincide con nessuna di esse, forza vitale in grado di risorgere e reinventarsi fino all’ultima, spettacolare inversione di marcia nel tribunale che lo condannerà al carcere a vita.
L’accurata analisi della figura di Saul – affabulatore, truffatore, stratega del marketing selvaggio che vive l’aula di tribunale come un teatro di posa – origina una delle letture più interessanti del libro:
E se BCS fosse una serie sulla televisione? Ripercorrendo le sei stagioni e prima ancora le incursioni di Saul in BB, quella che a prima vista sembra essere un’ipotesi azzardata, assume i contorni di una riflessione sulle doti da showman del suo protagonista e sulle potenzialità metatelevisive di BCS (Coviello 2023, p. 81).
Rivincita, dunque, dei cattivi prodotti culturali, quelli creati più o meno a tavolino al fine esplicito di manipolare l’attenzione e le passioni dello spettatore. Amplificando in tal senso la cornice della collana Repetita, raccolta di monografie dedicate a celebre serie nazionali e internazionali, il volume mostra come non solo una serie ma uno spin-off – formato per sua natura destinato a “vampirizzare” la matrice al fine di massimizzare gli effetti del suo successo e trarne ulteriore profitto – sia occasione di tale sperimentazione e audacia creativa, narrativa e stilistica da meritare l’ingresso nelle “opere d’arte”, o meglio nell’interregno di oggetti culturali irriducibili all’obsoleta opposizione fra cultura alta e cultura di massa.
Il testo seriale è in sé e per sua natura, scrive Coviello, luogo di elaborazione seconda dell’archivio delle immagini, in costante e strutturale dialogo con i film, i romanzi, i fumetti, il panorama televisivo. C’è una dimensione specificamente meta-discorsiva del formato seriale che non necessariamente ha per effetto l’usura e lo svuotamento degli elementi di cui si nutre, ma che al contrario innesca «un processo di contaminazione e arricchimento reciproco che non è esente da logiche economiche di concentrazione e da strategie di controllo, ma è anche disponibile a riscritture e appropriazioni dal basso» (ivi, p. 31). BCS, tuttavia, si costruisce esplicitamente come meta-riflessione sui meccanismi stessi dell’entertainment:
Il modo in cui BCS giunge alla fine pone strategicamente l’accento sulle potenzialità rigenerative del suo personaggio e, più in generale, sulle capacità critiche e riflessive del racconto seriale. (…) [Sono] i molteplici travestimenti di Saul e i colpi di scena di cui è capace a focalizzare l’attenzione sulla costruzione narrativa, affiancando il coinvolgimento del pubblico nel racconto al ragionamento sulla sua organizzazione” (ivi, p. 85).
Più in generale, gli opening credits che esasperano la pessima qualità delle immagini televisive anni ottanta, gli spot low-fi girati da Saul insieme alla sua sgangherata troupe, le grandi affissioni in cui giganteggiano gli annunci pubblicitari dei grandi studi legali e che faranno da scenario a una delle prime boutade del protagonista, i cellulari usa e getta che inaugurano la via di Jimmy verso l’illegalità e in seguito la criminalità organizzata, il canale YouTube che tanta parte ha nella fine della storia (con tanto di cammeo di Carol Brunnet, storica comica e conduttrice televisiva statunitense) si dimostrano, nella lettura dell’autore, altrettante voci di una piccola operazione archeologica, tramite cui BCS parla dei media e del loro ruolo nei processi di configurazione dell’immaginario sociale e costruzione delle credenze.
La rivincita dei falliti è, infine, una rivincita dei cattivi spettatori, i series addicted, di coloro che, conniventi de facto con il sistema produttivo e distributivo e complici volontari della macchina dell’intrattenimento, si abbandonano senza riserve al piacere del testo seriale. Questo libro è in fondo il resoconto di un’esperienza di visione, la ricostruzione di un percorso estetico e intellettuale fatto di guizzi e sobbalzi durante i quali, sullo sfondo di una condizione d’attenzione totalizzante, all’improvviso dettagli, inquadrature, colori o frammenti di dialogo stravolgono attese e aspettative, caratterizzano ulteriormente i personaggi o dischiudono un senso ulteriore, nella felice frizione fra l’occhio clinico del teorico dei media e lo sguardo dell’appassionato in preda alla “magnifica ossessione”.
Massimiliano Coviello, La rivincita dei falliti. Maschere e antieroi in Better Call Saul, Edizioni Estemporanee, collana Repetita, Formigine (Modena) 2023.