Com’è il tempo, nei sogni? Parlo del tempo atmosferico. Piove, nevica, tira vento? Quasi mai, mi pare. Se piove, comunque, non ci si bagna. A maggior ragione, se qualcuno ci assale, il nostro corpo non sente dolore. Questo accade perfino se una belva sta per sbranarci. Eppure l’angoscia può attanagliarci, fino a quei livelli insopportabili che provocano l’urlo e il conseguente risveglio. Il fatto è che, a rigore, non possiamo più parlare di nostro corpo. Esso non ci appartiene più, vaga in balia del sogno. Il sogno è nostro, il corpo no.
Tutto diventa interiore, anche il vento, quel vento che sbatteva l’uno contro l’altra Oliver Martinez e Diane Lane, in Unfaithful – L’amore infedele (2002), il film di Adrian Lyne ispirato a Chabrol (Stéphane, una moglie infedele, 1969). Lì c’era un delitto per gelosia (uno solo, peraltro), nonché una moglie che per amore copre il crimine del coniuge (Richard Gere), pur avendolo tradito. C’era un giovane affascinante, commerciante in libri usati. C’era una moglie insoddisfatta. C’era un bambino ansioso, sofferente di incontinenza notturna. C’era un’arma del delitto che ricordava Orson Welles: una sfera di cristallo infrangibile, al cui interno cade la neve. Unfaithful precede di qualche anno il recente Deep Water, dal romanzo di Patricia Highsmith. In tutti e due i film, la polizia è beffata, la coppia rimane solo preda dei suoi rimorsi, ma non è escluso che qualcosa possa ricostituirsi, anche grazie a quel bambino, poi a quella bambina, seduti sul sedile posteriore dell’auto.
Il romanzo Acque profonde si apre con una festa in casa di amici, cui partecipano Vic Van Allen e sua moglie, la bellissima e corteggiatissima Melinda. Musica assordante, decibel alle stelle, impossibile parlare. Si balla. Melinda è scatenata, il suo corpo, nella danza, aderisce a quello dei suoi partner, specialmente uno, un certo Joel. Vic, invece, non ballava mai: «Vic non ballava mai, ma non per le ragioni che di solito si danno gli uomini che non ballano. Vic non ballava mai semplicemente perché a sua moglie piaceva molto ballare. […] Sua moglie era insopportabilmente stupida, quando ballava. Riusciva a fare del ballo una cosa imbarazzante» (Highsmith 2022, p. 1).
Le acque in Deep Water, a dispetto del titolo, non sono affatto profonde, anzi. Nel film, Melinda è tutt’altro che stupida e iI corpi degli annegati affiorano, benché Vic (Ben Affleck) faccia di tutto per spingerli a fondo. Ma veramente fa di tutto? Uno degli amanti di sua moglie Melinda (Ana de Armas) è scomparso nel nulla, tuttavia Vic lascia trapelare (in privato, con l’aria di scherzare) la possibilità che sia stato lui a ucciderlo, per spaventare altri possibili amanti. Non viene creduto, tanto la cosa sembra enorme, e gli amanti stessi, non credendogli, si espongono al pericolo, quasi gli si consegnano. Così Vic può provocare la morte dell’insegnante di musica di Melinda, ucciso in piscina durante una festa successiva, cui segue l’assassinio d’un architetto, ucciso a colpi di pietra, il cui cadavere è gettato nel lago, dove dovrebbe sparire.
I morti riaffiorano. Il cadavere del primo viene ritrovato. Il secondo è tirato su dalla piscina, mentre piove, forse ancora vivo, ma Vic fa in modo che batta la testa “accidentalmente” sul bordo in pietra. La pioggia cade senza bagnare, acqua su acqua, dal cielo alla piscina. Tutti, compresa Melinda, compresi gli spettatori, sospettano di Vic – nessuno ha prove. Seguendo la falsariga del romanzo, Lyne lascia che quest’incertezza percorra il film quasi fino alla fine e ne alimenti la suspense. Quasi non si nota più neppure la consueta patina, la cura dell’immagine troppo leccata, altrove così fastidiosa, tipica del regista. Rispetto al romanzo, tuttavia, Lyne apporta un’innovazione fondamentale: Melinda non viene a sua volta uccisa da Vic, accetta i suoi crimini come tributi d’amore, li nasconde, ne diventa complice. Allo stesso modo si comporta la loro bambina, Trixie, che anche lei intuisce la verità, ne raccoglie le prove e tenta ingenuamente di occultarle, immergendole nella piscina di famiglia.
Vic, dunque, è spalleggiato dalle due donne. Nel film, da quel lato, potrebbe stare tranquillo, e dedicarsi alla sua collezione di chiocciole. Avrebbe da temere solo i sogni. Invece c’è un altro amico, un certo Don, da cui viene il pericolo: Vic è stato a letto con sua moglie, Don lo sa, e ce l’ha con lui. Lo sorveglia, lo coglie sul fatto mentre tenta di respingere sul fondo il cadavere dell’ultima vittima, che sta riaffiorando malgrado il peso delle pietre. Don fugge in macchina per andare a denunciarlo. Vic lo insegue in bicicletta, attraverso scorciatoie che solo lui conosce. Il bosco, gli alberi, i sentieri ingombri di foglie, diventano testimoni muti dell’ultimo “incidente”, in attesa del prossimo. Deep Water diventa così una ballata sul rapporto tra la Danza, come estasi sensuale che scatena la gelosia, e la Morte, che soffoca la gelosia e contemporaneamente la alimenta nel silenzio, offrendole ulteriori occasioni. Alla fin fine, secondo Lyne, la vera assassina è Melinda.
Riferimenti bibliografici
P. Highsmith, Acque profonde, La Nave di Teseo, Milano 2022.
Deep Water. Regia: Adrian Lyne; sceneggiatura: Zach Helm, Sam Levinson; fotografia: Eigil Bryld; musiche: Marco Beltrami; interpreti: Ben Affleck, Ana de Armas, Rachel Blanchard, Tracy Letts, Lil Rel Howery, Finn Wittrock, Dash Mihok, Jacob Elordi, Kristen Connolly, Jade Fernandez, Michael Braun, Michael Scialabba, Devyn A. Tyler, Brendan Miller, Jaren Mitchell, Grace Jenkins; produzione: 20th Century Studios, Amazon Studios, Entertainment 360, Entertainment One, Film Rites, Regency Enterprises; distribuzione: Amazon Prime Video; origine: USA, Australia; durata: 115’; anno: 2022.