La ricerca di qualcosa che dia un senso alla propria esistenza anima Intermezzo, l’ultimo romanzo di Sally Rooney, che si pone così in continuità con il precedente Dove sei, mondo bello (2021). Ad accumunare le due opere che costituiscono questa più recente fase nella produzione della scrittrice irlandese non è solo l’ambizione progettuale, di cui è segno la maggior lunghezza di entrambi i romanzi, ma l’interesse verso la trasformazione delle relazioni umane in seguito ad un’assenza, prima di Dio e ora della figura paterna. Questa volta, a dover elaborare il lutto sono due personaggi maschili: in mancanza del padre, i figli iniziano a mettere in questione il loro ruolo in quanto uomini all’interno di una società in cui si sentono smarriti, accusati, e senza coordinate.

Mentre la morte del padre arriva per Ivan in momento chiave del passaggio dall’infanzia all’età adulta, a cui reagisce dimostrando per la prima volta una grande vitalità e curiosità per la vita che ha davanti, il fratello Peter, superati i trent’anni, guarda invece al passato, provando rimorso per la via intrapresa. Tale senso di inadeguatezza non si manifesta subito in maniera esplicita, ma è comunque restituito formalmente tramite la tecnica del flusso di coscienza.

Com’è solito nella scrittura di Rooney, le relazioni sentimentali dei due fratelli sono indagate in quanto rispecchiamento della struttura economica e dei rapporti di potere tra generi e classi sociali: Peter è in un triangolo amoroso con la sua ex fidanzata, diventata professoressa universitaria, e una sex worker di dieci anni più giovane; e Ivan si innamora di una donna divorziata molto più grande di lui. Allo stesso tempo però, la dimensione materialistica fa spazio a quella più esistenziale: immersi in un preciso contesto sociale, le connessioni tra i personaggi ci parlano non solo di regole ma anche di possibilità.

Ciò è esemplificato dal gioco degli scacchi, di cui Ivan è un giovane prodigio. Il tentativo di dare un senso retrospettivo a tutte le azioni che compongono una vita è come pensare a un gioco che procede sempre secondo regole definite. Invece, come spiega Wittgenstein:

Possiamo senza dubbio immaginare che certi uomini si divertano a giocare con una palla in un prato; e precisamente, che comincino diversi giuochi, tra quelli esistenti, senza portarne a termine qualcuno; che tra un giuoco e l’altro gettino la palla in alto senza scopo, si diano l’un l’altro la caccia con la palla, gettandosela addosso per scherzo, ecc. E ora uno potrebbe dire: Per tutto il tempo costoro hanno giocato un giuoco di palla attenendosi, ad ogni lancio, a determinate regole. E non si dà anche il caso in cui giochiamo e – ‘make up the rules as we go along’? (2017, § 83).

La perdita del padre porta a un ripensamento del gioco, con nuove regole e nuovi ruoli, che Peter fa difficoltà ad accettare. Il personaggio, infatti, è costantemente preoccupato del parere degli altri; ne sono sintomi l’estrema cura nella scelta dell’abbigliamento e lo sforzo di eliminare nella parlata ogni traccia di accento straniero. L’eccesso di adattamento alle vecchie regole l’ha lasciato però irrigidito e immobile in un ruolo di fratello maggiore, di figura sostitutiva del padre, che non ha più nessun significato. La trasformazione dona invece all’outsider Ivan un rinnovato senso di libertà: «Ha preso decisioni impulsive, si è innamorato, la sua vita si è trasformata, e tutto in un impeto irrefrenabile di energia e sentimento. Vivere, ha avuto bisogno di vivere, per superare quel terribile evento, sì, era necessario» (Rooney 2024, p. 361).

Ed ecco allora che il ricorso alla violenza da parte dei fratelli si pone non solo come una prova dell’assenza del padre ma come la possibilità di una riscrittura del mondo: «Adesso sono possibili cose nuove, prima inconcepibili, cose come la violenza e certe forme di crudeltà. Loro due hanno mostrato, reso evidente la possibilità di quelle cose nuove […], e di conseguenza hanno in un certo senso provato a se stessi e all’altro che il padre davvero non c’è più, non solo in quella casa, ma nella realtà stessa» (ivi, p. 357).

La risoluzione del conflitto avviene infine attraverso i personaggi femminili, a partire della madre, in grado di mediare con chiamate telefoniche gli scambi dei fratelli. Anche per mezzo dell’ex fidanzata di Peter, che si diverte a ragionare insieme a Ivan nelle loro uscite sul paradosso logico di Russell. Nello stesso modo, il senso di competizione e sufficienza che riservano l’uno all’altro sarebbe impensabile nei confronti delle loro rispettive amanti, nonostante Margaret, la fidanzata di Ivan, sia solo qualche anno più grande di Peter, e Naomi, giovane amante di Peter, abbia la stessa età di Ivan.

«E se la vita fosse solo un susseguirsi di esperienze scollegate tra loro? Perché a una cosa dovrebbe conseguir ne un’altra in un modo dotato di senso?» (ivi, p. 48). Le preoccupazioni che assillano Margaret, il dolore per la vita che poteva aver vissuto e che ha irrimediabilmente perso, sono le stesse provate da Peter, ed è in questa reciprocità che magari possiamo trovare il motivo per cui Rooney sceglie di mostrarci solo la sua prospettiva, mentre quelle delle altre donne rimangono del tutto inaccessibili. Sarà comunque Naomi a segnalare ciò che noi lettori altrimenti non possiamo sapere: guardando un album di fotografie, la ragazza attribuisce a Ivan e Peter una «somiglianza di famiglia». Se per l’intero romanzo i fratelli hanno insistito sulle differenze che li separano, Naomi invece trova tra i due delle affinità, riconoscendo alla vista quella «rete complicata di somiglianze che si sovrappongono e si incrociano a vicenda» (Wittgenstein 2017, § 83).

Per Rooney è la vita stessa a tenere insieme questa rete di connessioni, e il ritrarsi alla moltiplicazione di possibilità porta a vivere un’esistenza priva di senso. L’incontro con l’altro non sempre rende le cose più semplici, semmai queste divengono più complesse. Ma se la trama del gioco risulta troppo difficile, possiamo make up the rules as we go along’.

Riferimenti bibliografici
L. Wittgenstein, Ricerche filosofiche, Einaudi, Torino 2017.

Sally Rooney, Intermezzo, Einaudi, Torino 2024.

Tags     Intermezzo, Sally Rooney
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