Siamo nel 1968, anno dell’influenza di Hong Kong che i soldati americani importano dal Vietnam. Due epidemiologi dibattono in tivvù sui patogeni pericolosi: uno teme i virus e la loro capacità di diffondersi rapidamente sfruttando il traffico aereo; l’altro ipotizza che il riscaldamento globale possa portare all’adattamento agli umani di funghi come il Cordyceps, il quale cerca di controllare la mente dell’ospite senza ucciderlo. Il pubblico presente nello studio ha il volto inespressivo, omaggio ai replicanti de L’invasione degli ultracorpi (Siegel, 1956). Inizia così la serie The Last of Us – adattamento televisivo curato da Neil Druckmann e Craig Mazin per HBO tratto dal primo capitolo dell’omonimo videogame sviluppato da Druckmann e Bruce Straley per Naughty Dog – i cui protagonisti sono Joel (Pedro Pascal) ed Ellie (Bella Ramsey).

Un salto temporale ci porta nel 2003: a Giacarta un’infestazione da Cordyceps provoca lo scoppio di disordini in alcune industrie di trasformazione agroalimentare che esportano farina in tutto il mondo. Gli umani infettati diventano aggressivi, fino a trasformarsi entro poche ore in zombie. Joel vive ad Austin dove lavora nell’edilizia, ha una figlia adolescente di nome Sarah (Nico Parker) ed un fratello (Tommy, interpretato da Gabriel Luna) veterano della guerra del Golfo (ce lo segnalano l’adesivo dell’operazione Desert Storm attaccato all’automobile e il poster del tour di Combat Rock dei The Clash nella cameretta di Sarah). L’idillio familiare viene spezzato dal caos e dalla morte di Sarah, vittima della cieca violenza militaresca.

La vicenda principale si svolge nel 2023: non esiste più un governo, i quartieri delle città liberi da infetti sono sottoposti alla legge marziale della Federal Disaster Response Agency (FEDRA), mentre nelle altre aree l’umanità è assente a causa delle orde di zombie o è preda di un anarco-capitalismo selvaggio nel quale vige l’efferatezza. Joel vive nella Zona di Quarantena di Boston, dove si guadagna da vivere con lavoretti umilianti e il contrabbando; lì vive anche Ellie: l’adolescente – fuggita da un centro di addestramento FEDRA per gioco, ma in fondo stanca dai metodi sbirreschi e soprusi – è prigioniera di una brigata di rivoluzionari (le Luci) comandata da Marlene (Merle Dandridge), soprannominata “La Che Guevara di Boston”.

La giovane si trova sotto stretta sorveglianza, ammanettata a un termosifone, per verificare se è immune dopo il morso di un infetto subito in un centro commerciale. La donna sa chi è Ellie (conosceva la madre) e – accertata la sua immunità – ha bisogno che venga scortata dall’altra parte del Paese, dove un avamposto dotato di strumentazioni adeguate potrà sottoporla a test clinici e ricavarne un vaccino. È in questo modo che Joel ed Ellie si incontrano e iniziano un viaggio che li porterà, da Boston a Salt Lake City, attraverso le macerie fisiche e politiche della civiltà occidentale, sviluppando un rapporto padre-figlia. 

Zombi (Romero, 1978) diviene riferimento inevitabile per qualsiasi prodotto del genere: in tale film, lo zombie rappresenta l’involuzione della specie nell’epoca della consumistica sacralizzazione degli oggetti, tanto che sarà un centro commerciale a rendere indiscernibili umani e morti viventi. I «nonluoghi» sono, del resto, tutte quelle infrastrutture (aeroporti, grandi magazzini, autostrade, ecc.) nelle quali l’individuo, vivendo un eterno presente, perde la propria identità, la socialità, e «obbedisce allo stesso codice degli altri, registra gli stessi messaggi, risponde alle stesse sollecitazioni. Lo spazio del nonluogo non crea né identità singola, né relazione, ma solitudine e similitudine» (Augé 2009, p. 114). Non sembra casuale che sia un edificio del genere a permettere ad Ellie di scoprirsi immune al Cordyceps (e a ciò che simbolicamente rappresenta).

Lungo tutto l’arco narrativo della serie, sviluppato attorno all’epopea del viaggio in America, le diverse città attraversate dai due protagonisti rappresentano, ciascuna, una delle diverse declinazioni che la politica può assumere di fronte alle epifanie della globalizzazione e del tardo capitalismo (la crisi, del resto, è scatenata dal climate change, mentre la democrazia liberale soccombe rapidamente, vittima della propria inettitudine). Boston, infatti, è ostaggio della dittatura fascista della FEDRA: la zona controllata dai militari è presidiata da truppe armate di tutto punto, mentre la vita è scandita da eccidi di porzioni di popolazione inerme per le quali non ci sono sufficienti risorse. Deprivazioni, mercato nero, controlli serrati ed esecuzioni sommarie di rivoluzionari o semplici cittadini che si macchiano del reato di insubordinazione.

Lincoln, cittadina fantasma nella quale vive Bill (Nick Offerman), rappresenta l’Alt Right: l’uomo, rifugiandosi nello scantinato della propria abitazione, osserva di soppiatto dalle videocamere di sicurezza la FEDRA evacuare la comunità e commenta: “Non mi avrete, razza di servi del Nuovo Ordine Mondiale”. Siamo nel perimetro del survivalismo complottista e del libertarismo di destra: pensiamo alla Gadsen Flag (il serpente a sonagli su sfondo giallo con il motto “Don’t tread on me”), o alla xilografia “Join, or Die” – simboli presenti anche durante le rivolte dei trumpiani a Capitol Hill – che addobbano la casa dell’uomo e rimandano al mito fondativo statunitense.

Kansas City, invece, con le violenze del gruppo guidato da Kathleen (Melanie Lynskey) ci parla del populismo: la FEDRA viene rovesciata da un’insurrezione popolare, ma l’assenza di punti di orientamento politico-ideologici non comporta miglioramenti sostanziali per la popolazione, ma la semplice persecuzione dei collaborazionisti del precedente regime. Salt Lake City è avamposto controllato dalle Luci, gruppo rivoluzionario che intende ripristinare la democrazia e sconfiggere la FEDRA, anche se ne replica le modalità di governo (gerarchia piramidale, addestramento militare e violenze sommarie). Infine, Silver Lake è rifugio dei cristiani radicali guidati dal capo carismatico David, rappresentazione di una teocrazia millenaristica ben radicata negli States.

Tali esperienze collassano tutte di fronte alla crisi perché incapaci di promuovere coesione sociale e prive di proposte radicalmente alternative. L’unica eccezione è rappresentata da Jackson, piccolo e isolato centro che evoca le esperienze comunarde di autonomia e democrazia dal basso della Comune di Parigi o dello zapatismo chiapaneco in cui si comanda obbedendo al popolo. La cittadina – rifugio di Tommy e futura casa di Ellie e Joel – è dotata di scuole, un centro multireligioso e diversi comfort (dall’elettricità all’acqua corrente); non ha più bisogno di banche o carceri e la popolazione si dedica all’allevamento, alla coltivazione o ad altre attività di pubblica utilità prima di godersi momenti di convivialità comunitaria come la visione di un film.

Non esiste proprietà privata a Jackson e le decisioni sono prese in modo assembleare nell’interesse di tutti, tanto che la moglie di Tommy – Maria (Rutina Wesley) – dirà che “È una comune. Siamo comunisti”. Se lo zombismo rappresenta la solitudine del cittadino globale – condizione di conformismo che produce sentimenti di sfiducia e precarietà indotti dallo sgretolamento della dimensione collettiva, dal disinteresse al bene comune e dalla paralisi della politica istituzionale – TLOU sembra dirci non solo che la storia non è finita, ma anche che la fine delle grandi narrazioni (e delle ideologie) è a sua volta una narrazione.

Riferimenti bibliografici
M. Augé, Nonluoghi, Eleuthera, Milano 2009.
Z. Bauman, La solitudine del cittadino globale, Feltrinelli, Milano 2023.
O. Bertani, Indios senza re. Conversazioni con gli zapatisti e le zapatiste su autonomia e resistenza, La Fiaccola, Ragusa 2019.
G. Borgognone, “We the People”? Le idee politiche degli Stati Uniti dalle origini all’era Trump, Le Monnier, Firenze 2020.
J.F. Lyotard, La condizione postmoderna, Feltrinelli, Milano 2014.

The Last of Us. Ideatori: Craig Mazin, Neil Druckmann; interpreti: Pedro Pascal, Bella Ramsey; produzione: The Mighty Mint, Word Games, PlayStation Productions, Naughty Dog, Sony Pictures Television; distribuzione: HBO; origine: Stati Uniti d’America; anno: 2023-in produzione. 

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