La sublime qualità formale di The Investigation sarebbe sufficiente per riflettere su questa miniserie danese, che sa restituire la realtà con una fotografia che riesce a definire la precisa increspatura delle onde grigio-verdi dell’Øresund e, insieme, a tingere di un colore preciso il dolore. Questo colore è il grigio tombale della sofferenza, il grigio materico e dissonante della violenza spoglia di ogni forma di anima. È il grigio disorientante dell’assenza di spirito, un grigio che non permette di vedere in trasparenza nelle acque del canale come nel cuore di un assassino.

La miniserie in sei episodi racconta l’omicidio della giornalista trentenne di origine svedese Kim Wall, commesso nell’estate del 2017 e giornalisticamente conosciuto come “il giallo del sottomarino”. O, meglio, la scelta è quella di ricostruire e raccontare – in accordo con i genitori della ragazza – esclusivamente le complesse indagini investigative che hanno portato all’incriminazione del responsabile. La narrazione esclude la vita precedente della vittima, l’omicidio e anche lo svolgersi del processo, concentrandosi esclusivamente sull’indagine svolta dalla polizia danese. Questa scelta si concretizza anche nell’assenza visiva della vittima come del suo assassino: entrambi sono onnipresenti senza mai essere mostrati. The Investigation sceglie di comunicare la violenza sottraendola a qualsiasi forma di spettacolarizzazione o esibizione e raccontando, invece, il dolore e l’effetto del crimine sulle vite delle persone che restano o che di esso professionalmente si occupano. È una scelta potente non soltanto da un punto di vista estetico ma, soprattutto, etico.

Le immagini mostrano una qualità letteraria che molto attingono dall’atmosfera e dal ritmo del giallo di tradizione nordica: le acque del canale dell’Øresund si fanno personaggio pervasivo, assumendo un ruolo involontario di primo piano nella narrazione. Lì giace il corpo, lì si svolgono le ricerche, quell’acqua è la scena del delitto e il fulcro delle indagini investigative.

Non era semplice restituire l’orrore dell’omicidio di Kim Wall senza intaccare la dignità del dolore, ma The Investigation ci riesce, ribaltando l’assuefazione al sangue e alla sua spettacolarizzazione alla quale l’occhio contemporaneo è spesso sottoposto e rifiutando il delitto spettacolarizzato e l’oscenità che da esso ha origine. Questa miniserie ci consegna la possibilità di guardare al reato attraverso la dedizione professionale di chi si fa carico delle indagini, degli inevitabili conflitti interiori che tale lavoro comporta e, soprattutto, del dolore che esso provoca. Gli episodi ci conducono con lucidità nel disorientamento con cui si procede nelle indagini, nei cunicoli della deviazione mentale senza mai indulgere nella morbosità. The Investigation sceglie una narrazione orientata al dolore e in questo riesce, più di ogni altra cosa.

Il grigio spaesante e plumbeo che sembra intaccare la lucidità del raziocinio davanti all’assurdità del crimine non arriva a inglobare tutto. Non fagocita la cieca dedizione professionale, né l’etica, soprattutto non fagocita l’amore e la luce di un’anima. Non è certamente un caso che la miniserie sia stata realizzata non solo con il consenso dei genitori della vittima, ma anche con la loro attiva partecipazione. Quel grigio non incorpora la lucentezza dell’amore genitoriale né l’atrocità della perdita di una figlia. Il bene e il male restano nettamente distinguibili dal grigio, sono bianco e nero.

The Investigation può offrire un’esperienza puramente estetica, e questo sarebbe già un motivo per avvicinarsi date le sue qualità, ma ci offre soprattutto la possibilità di connettere l’arte all’etica, nel senso di una prospettiva che si opponga alla spettacolarizzazione della violenza e del dolore, ovvero il corpo smembrato, il sangue, le armi in absentia. Qui giace il rispetto della sofferenza, non certo quello per chi il crimine lo ha commesso ma per chi lo ha subito. In questo racconto colmo di dolore l’etica spicca esemplarmente sul grigio, mostrando la differenza tra bene e male, anche quando ci si trova di fronte a un orrore assoluto.

The Investigation. Regia: Tobias Lindholm; soggetto: Tobias Lindholm; interpreti: Søren Malling, Pilou Asbæk, Pernilla August, Rolf Lassgård, Laura Christensen, Dulfi Al-Jabouri, Hans Henrik Clemensen, Henrik Birch, Anders Juul, Charlotte Munck; produzione: TV2, SVT; distribuzione: BBC Two, HBO, Sky; origine: Danimarca, Norvegia, Svezia; anno: 2021. 

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