Negli ultimi anni, in particolare dalla crisi economica e finanziaria del 2008, si è assistito a una grande riscoperta del pensiero di Karl Marx: nelle università si moltiplicano i corsi dedicati all’opera del filosofo di Treviri, vi è un fiorire di incontri e di convegni rivolti alla discussione di tematiche marxiane, gli scaffali delle librerie si affollano di volumi sull’autore di Il Capitale e di ristampe di opere sue. Altresì nel mondo dell’arte e del cinema la figura e l’opera di Marx sono oggetto di rinnovata attenzione: alla Biennale di Venezia del 2015 il curatore Okwui Enwezor ha presentato la lettura dal vivo di tutti i libri di Il Capitale, mentre recentemente è uscito nelle sale il film Il giovane Karl Marx di Raoul Peck. In occasione del bicentenario della nascita di Marx si sono infine moltiplicati gli appuntamenti, tanto nelle università e nelle fondazioni culturali che in ambienti più “pop”.

Di fronte alla crisi economica che ha investito il mondo, si è fatta sempre più chiara la coscienza di come Marx, ormai centocinquanta anni fa, avesse chiaramente messo in luce alcune contraddizioni del capitalismo che ancora persistono e continuano ad agire in modo drammatico sulla vita sociale. La contraddizione oggi di maggiore attualità, già individuata da Marx, è sicuramente quella che intercorre tra la necessità capitalistica di comprimere i salari (al fine di aumentare i profitti) e quella di mantenere alto il potere d’acquisto dei lavoratori, in modo che essi possano comprare i prodotti. Una contraddizione a cui in anni recenti si è cercato di ovviare promuovendo in tutti i modi l’accesso al credito delle fasce meno abbienti, che sono così state spinte a indebitarsi con finanziamenti, mutui ecc., fino all’esplosione della grande bolla immobiliare che è stata all’origine della crisi del 2008.

Altra grande contraddizione lucidamente notata da Marx più di un secolo fa, che con tutta probabilità andrà a farsi sempre più acuta, è quella relativa all’intensificazione del ricorso alle macchine a tutto discapito dell’occupazione, con pesanti conseguenze sia in termini di giustizia sociale che di tenuta del sistema economico sul lungo periodo. Non è un caso che negli ultimi anni la distanza tra le fasce di reddito più basse e quelle più alte sia ampiamente aumentata, determinando quello che si potrebbe chiamare un “immiserimento relativo”. Marx sembra quindi essere un filosofo che, oltre ad aver cambiato la storia del ‘900 può ancora dirci qualcosa sul nostro presente, e con il cui pensiero è necessario tornare a confrontarsi. Proprio questo fanno i tredici autori che, con il loro saggio, hanno contribuito al volume Il pensiero di Karl Marx (Carocci 2018).

Il libro costituisce un’introduzione dettagliata alle diverse fasi e ai principali momenti di sviluppo del pensiero di Marx, che viene seguito secondo il suo dispiegarsi storico e cronologico. La particolarità del volume è di essere una monografia a più voci, in cui collaborano e si completano fecondamente le conoscenze e le prospettive dei diversi autori – tutti specialisti del pensiero marxiano – che hanno contribuito all’opera. Questo ha almeno due conseguenze positive: innanzitutto, come spiegato dal curatore Stefano Petrucciani nella premessa, ognuno degli autori degli undici capitoli che costituiscono il volume ha potuto scegliere personalmente il tema di cui occuparsi all’interno dell’itinerario teorico marxiano, avendo così modo di trattare l’argomento a sé più congeniale e a cui ha dedicato il maggior numero di ricerche. In questo modo i singoli saggi e l’opera complessiva possono raggiungere un livello di approfondimento difficilmente ottenibile in una monografia scritta da un unico autore, considerata anche la complessità, l’interna articolazione e i molti sviluppi storici e teorici del pensiero di Marx.

La seconda conseguenza positiva è che i saggi che compongono il volume sono stati scritti da autori spesso guidati da approcci e chiavi di lettura differenti, anche se non troppo dissonanti tra loro: questo dà la possibilità al lettore di considerare da diversi angoli i temi e i problemi dell’opera di Marx, senza doversi confrontare con un’unica prospettiva interpretativa ma, al contempo, senza nemmeno perdere di vista l’unitarietà di fondo dell’itinerario che, seguendo gli snodi cruciali dell’elaborazione teorica di Marx, si va a tracciare. Questo itinerario viene ripercorso a partire dalla formazione del pensiero politico di Marx negli anni tra il 1835 e il 1843, passando per tutte le opere più note, che sono oggetto di attenta presentazione e discussione critica: dai Manoscritti economico-filosofici del 1844, a L’ideologia tedesca, Il Manifesto e La Guerra civile in Francia, alle opere in cui Marx, tra il 1847 e il 1865, traccia la sua teoria del modo di produzione capitalistico, all’elaborazione marxiana dei due concetti fondamentali di “storia” e “rivoluzione” negli scritti tra Il Manifesto e Il 18 Brumaio, fino al Marx de Il Capitale.

Una chiave di lettura comune a molti dei saggi raccolti nel volume, che emerge con evidenza, è la rilevazione del carattere aperto, di continuo work in progress, del pensiero marxiano. Marx non smise mai di tornare, lungo tutta la sua vita, a confrontarsi con proprie riflessioni precedentemente elaborate al fine di portarle a nuovi sviluppi, metterle in discussione, correggerle, talvolta rovesciarle sull’impulso di nuovi eventi storici o di nuove ricerche, o per trovare in esse lo spunto per nuovi ambiti di intervento teorico e pratico. Tale procedere non-lineare e irriducibile a un unico progetto, generatore di opere spesso non pubblicate o addirittura lasciate incompiute dall’autore stesso, è messo in evidenza ed ogni volta declinato in rapporto allo specifico oggetto di trattazione. Questo, potremmo dire, è uno dei fili conduttori che segnano il livello su cui deve oggi attestarsi un approccio serio e consapevole al pensiero di Marx.

Il quadro del volume viene completato dai due saggi di Petrucciani e Palumbo, che spingono l’occhio oltre Marx, a indagarne l’eredità rispettivamente politica ed economica. Da entrambi i saggi emerge la perdurante vitalità e fecondità delle riflessioni marxiane, sia sul piano teorico che su quello pratico. D’altra parte si deve osservare però che, come era inevitabile data l’ampiezza dell’opera di Marx, non tutti gli aspetti di essa sono analizzati nel volume con la stessa attenzione: la politica e la critica dell’economia sono oggetto di molte riflessioni, meno approfonditi sono i risvolti più propriamente filosofici ed epistemologici. In conclusione, comunque, questo nuovo volume su Marx rappresenta un testo da cui sia specialisti che studenti potranno trarre profitto: i primi grazie alle competenti esposizioni e discussioni critiche in esso contenute, nonché al lavoro filologico che lo correda nella parte conclusiva; i secondi leggendolo come una dettagliata introduzione agli snodi cruciali del pensiero di Marx, scritta in uno stile sempre lucido e piano da alcuni dei più attenti interpreti del filosofo tedesco.

Riferimenti bibliografici
S. Petrucciani, a cura di, Il pensiero di Karl Marx. Filosofia, politica, economia, Carocci, Roma 2018.

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