“Mama knows best”, che può essere tradotto con «la mamma ha sempre ragione», è la principale chiave di lettura di The Brothers Sun, miniserie in otto puntate su Netflix, ideata da Bran Falchuk (Glee, American Horror Story) e Bryon Wu. Nonostante, infatti, il titolo alluda alla centralità della relazione fraterna nella famiglia Sun, la protagonista indiscussa è Eileen “Mama” Sun, interpretata dalla bravissima e poliedrica Michelle Yeoh. L’attrice malese di origine cinese, star dei film di arti marziali prodotti a Hong Hong negli anni novanta, sta giustamente godendo di una rinascita di carriera a Hollywood grazie all’interpretazione di matriarche cinesi o cinoamericane come Eleanor Sung-Young in Crazy Rich Asians (2018) e soprattutto Evelyn Quan Wang nella pellicola Everything Everywhere All at Once (2022), con la quale ha vinto l’Oscar come miglior attrice protagonista, il primo che va ad un’attrice di origine asiatica per il ruolo principale.
Come Evelyn, anche Eileen Sun sembra essere una donna e una madre molto più dimessa e scontata di quello che in realtà è capace di fare, come si accorgeranno presto i suoi figli. La giornalista del Time Judt Berman sottolinea come Michelle Yeoh abbia reinventato il ruolo della matriarca, dando rinnovato potere e visibilità ad un ruolo che spesso è considerato di ripiego, specialmente per le attrici hollywoodiane in odore di invecchiamento. Questo riscatto della figura materna da ruoli secondari e poco interessanti a centro e motore della trama è soprattutto evidente nel genere crime, dove il ruolo della gangster mom sta acquisendo nuova visibilità, come nelle serie italiane Gomorra e Mare fuori, per citare i casi più noti e recenti, senza contare la pioniera delle madri criminali, la temibile Aghata della banda Fratelli (I Goonies, 1985).
In The Brothers Sun, la rielaborazione della figura della matriarca tradizionale si somma ad una riflessione dell’esperienza cinoamericana di prima e seconda generazione, che solo recentemente ha iniziato ad essere narrata nelle produzioni mainstream, grazie anche alla maggior partecipazione e rilevanza di statunitensi di origine asiatica in fase di sceneggiatura. Lo scontro tra culture diverse all’interno della stessa famiglia e il diverso peso che i rapporti familiari hanno all’interno della società cinese e di quella statunitense sono alcuni dei temi esplorati dalla miniserie, attraverso la felice intuizione narrativa dell’incontro tra due fratelli separati da piccoli e apparentemente di opposto carattere: Charles, il maggiore, è forte e atletico, il fratello minore Bruce è secchione e timido.
Questa odd couple si ritrova suo malgrado insieme quando Charles arriva da Taiwan a Los Angeles, dove vive Bruce con la loro madre, con rivelazioni sorprendenti: Eileen non è l’infermiera immigrata che Bruce pensava che fosse, ma la moglie di un boss della triade mafiosa di Taipei e pedina chiave di una guerra scatenata da un nemico sconosciuto che sta mirando ad uccidere non solo la famiglia Sun, ma tutti i capi delle triadi taiwanesi. Bruce è stato cresciuto da Eileen come esemplare di model minority e futuro medico. Charles, d’altro canto, è stato lasciato con il padre e trasformato da lui nella sua guardia del corpo e killer su commissione. Entrambi, quindi, nutrono un misto di amore e risentimento verso la figura di Eileen, madre troppo opprimente per Bruce, madre troppo assente per Charles. Inoltre, lo scontro culturale tra valori taiwanesi e lifestyle americana è esacerbato, anche con effetti comici, dal fatto che i valori tradizionali che la famiglia Sun vuole fare rispettare sono in realtà quelli della famigerata mafia taiwanese.
La miniserie gioca con gli stereotipi più comuni con i quali le complesse realtà dell’esperienza cinoamericana vengono lette dai media, come il ragazzo bravo a scuola (Bruce ha una memoria prodigiosa), il gangster, la tiger mom, senza ribaltarli ma donando sfaccettature molto più complesse: Bruce ha mentito alla madre e ha speso i soldi delle tasse universitarie per un corso di improvvisazione teatrale; Charles nasconde un animo romantico e una passione per la preparazione di torte e dolci; Eileen, soprattutto, è stanca di vivere nell’ombra e vuole finalmente sfruttare tutta l’intelligenza e il talento strategico che hanno fatto di lei la vera leader della triade per anni, mentre il marito se ne prendeva i meriti.
L’arco narrativo di Mama Sun scorre lungo il progressivo disvelamento di una figura femminile ben più complessa e anche liberamente contraddittoria rispetto all’idea che i figli avevano di lei. Come dice Bruce a Charles, nessuno di loro davvero conosce la propria madre. In un drammatico scambio nell’ultimo episodio Bruce cerca di comprimere di nuovo Eileen in un ruolo prestabilito e rassicurante (per lui), quello della madre accudente e dedicata al suo benessere. Ma Eileen ribatte ferocemente, urlando tutta la rabbia tenuta repressa da anni di vita passata ad accontentare le aspettative di qualcun altro: “Nessuno ha mai chiesto a me cosa volevo!”. L’esasperazione di Eileen e la frustrazione nel non essere presa sul serio dai propri figli sono palpabili nella recitazione misurata e profonda di Yeoh: nella fissità di uno sguardo che non si abbassa, in un sospiro trattenuto, in una mano che trema nel poggiare le borse della spesa, quella stessa mano che riesce a stringere una corda intorno al collo di un’assassina mandata ad uccidere Bruce.
Mama Sun, capito che i figli possono finalmente cavarsela da soli, richiede per sé il ruolo che pensa le spetti di diritto e che sa di meritarsi: non la matriarca di una famiglia tradizionale, ma la padrona dei cartelli criminali di tutta Taiwan. La scelta rivoluzionaria però non è tanto quella di darsi al crimine, quanto quella di rivendicare per sé una vita che sia soddisfacente e che rispecchi i propri desideri, al di là delle esigenze di figli ormai adulti, che non possono che accettare la decisione di Eileen, donna immigrata, madre amorevole, e infine boss criminale per libera scelta. Perché la mamma ha sempre ragione, specialmente se è Michelle Yeoh.
The Brothers Sun. Regia: Kevin Tancharoen, Viet Nguyen; sceneggiatura: Bran Falchuk, Byron Wu; interpreti: Michelle Yeoh, Justin Chien, Sam Song Li, Joon Lee, Highdee Kuan; produzione: Brad Falchuk Teley-Vision; distribuzione: Netflix; origine: Stati Uniti; anno: 2024.