The Marvelous Mrs. Maisel è una serie Amazon ideata da Amy Sherman-Palladino, autrice celebre per aver firmato Gilmore Girls, la serie dal successo internazionale andata in onda su The WB, poi The CW, dal 2000 al 2007, e ripresa nel 2016 su Netflix. Dopo gli ottimi feedback sul pilot ricevuti dagli utenti Amazon Video, la piattaforma ha ordinato direttamente due stagioni, la prima delle quali è uscita in otto episodi nel 2017. Ambientata a New York nel 1958, Mrs. Maisel racconta il percorso della giovane casalinga e madre Miriam “Midge” Maisel (Rachel Brosnahan), appartenente all’alta borghesia ebraica, da brillante padrona di casa a moglie abbandonata dal marito Joel (Michael Zegen), un buon coniuge secondo gli standard familiari e religiosi richiesti, ma irrimediabilmente irresoluto.

All’inizio Midge e Joel appaiono felici e innamorati, cautamente anticonformisti ma pur sempre all’interno dei sicuri confini di una vita agiata e tradizionale. Midge è una donna allevata per essere perfetta in ogni aspetto della vita di adulta proveniente da una buona famiglia (“A sei anni ho deciso di studiare letteratura russa, a dodici ho trovato il mio taglio di capelli distintivo”), e del tutto appagata dall’esserlo diventata, ma all’adesione al ruolo domestico predisposto per privilegio di nascita e svantaggio di genere, aggiunge una personalità brillante e la capacità di saper intrattenere ben oltre una conversazione di circostanza. Joel ha per hobby ambizioni da comico, nutrite con esibizioni strappate al Gaslight Café nel Greenwich Village, che per i ricchi dell’Upper West Side è una meta pittoresca da visitare di tanto in tanto in cerca di esperienze bohémien. Ogni sera Midge supporta e consiglia il marito, dissezionando diligentemente ogni aspetto dello show; il suo atteggiamento di osservazione e studio è opposto alla velata presunzione di Joel e alla sua concezione superficiale dell’impegno e dell’originalità. È infatti la presa di coscienza che il proprio talento è nettamente più limitato delle sue aspirazioni a innescare in Joel un crollo nell’autocommiserazione e nella deresponsabilizzazione nei confronti del proprio fallimento, che termina con la rivelazione di un tradimento e l’annuncio di voler lasciare Midge.

Attraverso la rappresentazione delle attitudini antitetiche dei coniugi nei confronti della comicità, la serie evidenzia più profonde differenze simboliche associate alle diverse aspettative di genere che l’ambiente sociale richiede: l’abitudine ad anticipare desideri e bisogni altrui, in particolare quelli degli uomini, è uno dei comportamenti che Midge ha introiettato e che esprime nella costante necessità di essere perspicace, ma anche nell’abilità di esplorare e all’occorrenza forzare i limiti del consentito; al contrario Joel è abituato a esistere in un mondo a sua misura, tanto da non notare che ogni giorno sua moglie si alza da letto e si strucca e ri-trucca dopo che il marito si è addormentato e prima che si svegli affinché la veda sempre impeccabile, in una invenzione narrativa divertente e sottilmente inquietante, particolarmente efficace a delineare sia la personalità della protagonista, sia il peso delle convenzioni che l’accompagna da sempre.

Rispetto ad altre serie period ambientate in epoca moderna, come Mad Men, Mrs. Maisel esibisce più direttamente la propria derivazione dal cinema classico hollywoodiano. Da un lato, sebbene ambientata alla fine degli anni cinquanta, la serie ammicca soprattutto alle forme stilistiche e narrative della sophisticated comedy degli anni trenta e quaranta, e in particolare alla screwball per il ritmo e la velocità dei dialoghi: salvo gli occasionali scorci urbani filmati in loco, inquadrati sovente a inizio sequenza con ampi movimenti di macchina che pongono sempre al centro la figura di Midge, l’ambientazione è caratterizzata da set prevalentemente interni, in cui giocano un ruolo decisivo le porte che si aprono e chiudono, i corridoi, l’arredamento. Ciò è manifesto soprattutto nelle sequenze che vedono coinvolti i genitori di Midge, una sofisticata signora dell’alta società e un professore di matematica (Marin Hinkle e Tony Shalhoub), non a caso esponenti della generazione precedente, i quali dormono in letti rigorosamente separati uno accanto all’altro, e le cui schermaglie e litigi si esprimono con rabbiosi attraversamenti di soglie e stanze, porte chiuse in faccia e spostamento di mobilio.

Dall’altro lato, Mrs. Maisel utilizza vari espedienti per rendere indubitabile il suo legame con la contemporaneità: sono esplicitati temi e motivi che erano necessariamente assenti dalla messa in scena dei film dell’epoca, il sesso pre- e matrimoniale su tutti (da questo punto di vista Midge appare emancipata e intraprendente); e l’uso di brani musicali già celebri, come The Typewriter di Leroy Anderson e Take the A-Train di Billy Strayhorn e Duke Ellington, si alterna a licenze anacronistiche con pezzi composti dopo il 1958, come le canzoni di Barbra Streisand o Rebel Rebel di David Bowie. La scelta dell’ambiente della stand-up comedy appare poi motivata sia dal vissuto dell’autrice, figlia del comico Dan Sherman, sia dall’intenzione di riflettere sulle discriminazioni di genere su più livelli: non solo nella vita domestica, ma nell’ambiente di lavoro in generale e in quello dell’intrattenimento in particolare, fino a riecheggiare, pur rimanendo fedele al proprio tono leggero, lo scenario delle battaglie per la parità di genere e della denuncia delle molestie sessuali, dal caso Weinstein a Louis C.K.

Dal punto di vista storico, la fine degli anni cinquanta è poi un periodo rilevante per la stand-up: dalla scena underground di New York, che comprendeva anche quella beat e jazz, emerge un tipo di comicità politicizzata e dissacrante, di cui Lenny Bruce, presente nella serie, è il principale esponente; vengono perfezionati sottogeneri alternativi come la stand-up comedy observational, osservazionale; si fanno strada, a fatica, alcune comiche donne destinate a diventare celebri. La stessa storyline di Midge richiama la carriera delle pioniere della stand-up femminile, come la rivoluzionaria Moms Mabley o le più cronologicamente vicine Phyllis Diller e Joan Rivers, quest’ultima dichiarata ispirazione di Rachel Brosnahan per la costruzione del personaggio. Infatti, come sottolinea Katla McGlynn su Vulture, a differenza di Diller o della star comica fittizia Sophie Lennon (Jane Lynch), abituate a imbruttirsi e a ricorrere al self-deprecating humour, lo stile di Midge è decisamente più simile a quello di Rivers, che dai palchi del Village deviò dalla comicità allora più mainstream: attingendo dalla propria vita privata, la comica cominciò a esplorare temi meno rassicuranti e talvolta tabù, come il sesso extra-matrimoniale, che riguardavano molte donne ma che quasi nessuna donna poteva discutere, tantomeno pubblicamente.

Nel suo volume sulla commedia americana Paola Cristalli cita una battuta di Lenny Bruce per sottolineare come il ritmo sia l’elemento fondamentale nella riuscita del dialogo comico: “Satire is tragedy plus time. You give it enough time, the public, the reviewers will allow you to satirize it”. Nella serie Bruce, interpretato da Luke Kirby, ha il ruolo di filtro tra Midge e il mondo degli artisti borderline abituati a entrare e uscire dal carcere per oltraggio al pudore; ma è il personaggio di Susie Myerson (Alex Borstein), ruvida manager del Gaslight, a insistere e spingere goffamente Midge a perseguire la carriera comica, facendole comprendere la corrispondenza tra la presa di parola e la propria autodeterminazione come donna indipendente.

A differenza delle “commedie del rimatrimonio” (Cavell 1999), cui Mrs. Maisel fa in parte riferimento tramite la sottotrama dell’auspicata ricomposizione della coppia “scoppiata”, non è la relazione ordinaria di coppia bensì quella tra le due donne, complementari per estrazione sociale, apparenza e carattere, ad essere il centro dinamico dell’azione. Proprio Susie, la cui non conformità a canoni stilistici ed estetici di genere la pone automaticamente in una perenne condizione di alterità, è protagonista, nel terzo episodio della prima stagione, intitolato “Because You Left”, di una sequenza esemplare in cui si confronta con i luoghi del potere del business della comicità che, al pari di qualunque altro ambito, non è che un club privato di ricchi maschi bianchi di mezz’età.

Tutti questi elementi fanno di Mrs. Maisel una commedia pura che riflette a sua volta sulle forme di intrattenimento comico del passato e del presente e sul loro decisivo, talvolta contraddittorio, ruolo politico e sociale: la scelta di farlo attraverso la rappresentazione di una donna in grado di maneggiare e decostruire, rigorosamente dall’interno, il sistema di imposizioni e incasellamenti sociali e di genere, evidenzia particolarmente la volontà di dialogare con lo scenario contemporaneo.

Riferimenti bibliografici
S. Cavell, Alla ricerca della felicità. La commedia hollywoodiana del rimatrimonio, Einaudi, Torino 1999.
P. Cristalli, Commedia americana in 100 film, Le Mani, Recco 2007.

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