Dove finisce Baltimora?

di MASSIMILIANO COVIELLO

The Wire di David Simon.

Tutto ritorna, come riavvolgendosi, per proiettarsi verso un futuro che gli spettatori possono solo intravedere e poi continuare a immaginare. Un montaggio di frammenti urbani, dalle periferie fino alle stanze del potere, e di esistenze, spesso misere ma pur sempre vitali, che popolano Baltimora. Spazi e destini sono indissolubilmente legati.

La sequenza finale dell’ultimo episodio di The Wire (2002-2008) inizia con il volto beffardo da Jimmy McNulty che, dopo aver parcheggiato la sua automobile in una piazzola di sosta, si sofferma a osservare la città. Ciò che il detective aveva abbandonato solo temporaneamente, ritorna prepotentemente ad occupare lo schermo. Dopo essersi lentamente avvicinata al personaggio, la macchina da presa avrebbe potuto mostrare, in soggettiva, una panoramica della città e quindi optare per un punto di vista ormai distanziato dallo spazio in cui il racconto si è svolto e dal quale sembra arrivato il momento di congedarsi. E invece, come era accaduto nei precedenti finali di stagione, i tanti volti di Baltimora tornano ad intrecciarsi nuovamente prefigurando ciò che sarà, in particolare il riscatto di alcuni, o che continuerà a rimanere immutato nonostante il passare del tempo. Uno dopo l’altro, tra piani sequenza e rapidi stacchi di montaggio, ricompaiono gli ambienti, i contesti sociali e le soggettività che hanno attraversato ciascuna stagione: dagli angoli dello spaccio di West Baltimore al commissariato di polizia e alle aule giudiziarie, dal porto ai luoghi della politica locale sino alla redazione del “Sun”. Queste costellazioni si susseguono a un ritmo sempre più rapido per poi convergere nuovamente verso McNulty. La sua ultima battuta, rivolta al senzatetto che lo ha accompagnato durante il breve viaggio, è un invito a riprendere la strada casa.

L’investigatore non è il solo ad essere attratto dalle forze che attraversano le strade della città. Anche una della sue nemesi, il giovane re del traffico di droga, Marlo Stanfield non può sfuggire dal ghetto, dal sapore della violenza, dalle notti elettriche, sonorizzate dall’eco degli spari e dagli acuti delle sirene spiegate.

Il legame stringente tra il finale e l’inizio è sottolineato da ulteriori elementi, produttivi e formali: le note aspre e vigorose di Way Down in the Hole di Tom Waits, arrangiata da diversi artisti a seconda della stagione, ritorna nel montaggio conclusivo nella versione dei The Blind Boys of Alabama, già utilizzata come tema musicale della prima stagione; a firmare il soggetto e la sceneggiatura dell’ultimo episodio -30-, il più lungo della serie, sono proprio Simon e Burns; Clark Johnson, il regista dei primi due episodi della prima stagione, torna a dirigere anche questo finale.

The Wire si congeda dal suo pubblico quando gli stratagemmi orchestrati da McNulty per ottenere i fondi necessari a proseguire le indagini sul traffico di droga sono noti ai vertici della polizia e della politica cittadina – che scrupolosamente evitano di far trapelare ogni notizia – e l’inchiesta fasulla del reporter del “Sun” sul killer dei senzatetto, ovvero la falsa pista architettata proprio da McNulty e dal suo collega Lester Freamon, ha ottenuto il premio Pulitzer. Queste due linee narrative compongono il nucleo del racconto della quinta stagione e al contempo svelano le logiche sottostanti alla costruzione della verità, in cui la menzogna, al pari dei processi di finzionalizzazione, sono parti integranti.

Il realismo di The Wire risiede nelle capacità del racconto di trasporre e ricostruire la crisi e le contraddizioni della società statunitense dopo crollo delle Twin Towers. Ma The Wire è anche e soprattutto una serie-mondo che, sfruttando gli strumenti dell’inchiesta e della fiction, ricostruisce il reticolo urbano di Baltimora e lo popola attraverso un racconto polifonico, fatto di molteplici punti di vista tra loro asimmetrici ma sempre interconnessi.

The Wire. Ideatori: David Simon ed Ed Burns; Interpreti: Dominic West, Aidan Gillen, Clarke Peters, Wendell Pierce, Sonja Sohn; produzione:  Blown Deadline Productions, HBO Entertainment; origine: USA; anno: 2002-2008.

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