Il declino economico alla fine del 2000, la Grande Recessione, è considerato il periodo di crisi più complesso, sotto vari aspetti, sin dalla Grande Depressione del 1929. Un evento a carattere globale, strettamente correlato a meccanismi finanziari di contagio, diventato contesto utile per capire il mondo, così come oggi lo conosciamo. Mercati finanziari, settore bancario e immobiliare, da un lato; pignoramenti di mutui ipotecari, risparmi di una vita e disoccupazione dall’altro. Al centro della scena, le nostre democrazie e i loro valori, tra i quali i due più importanti: uguaglianza e libertà. Leonardo Morlino e il gruppo di ricerca che lavora con lui da anni – Daniela Piana, Mario Quaranta, Francesco Raniolo, Cecilia Emma Sottilotta e Claudius Wagemann –, analizzano entrambi i valori in questa articolata ricerca comparata – Equality, Freedom, and Democracy: Europe After the Great Recession – concentrandosi su Francia, Germania, Italia, Polonia, Spagna e Regno Unito. La domanda intorno a cui ruota l’intera ricerca punta ad analizzare come è cambiata l’implementazione della libertà e dell’uguaglianza nell’ultimo decennio.
In generale, gli ideali democratici escludono automaticamente i principi monarchici e tecnocratici del potere. La democrazia presuppone che non ci sia ragione, né metafisica né epistemica, per credere a priori che un individuo sia migliore di un altro. In effetti, si suppone normalmente che un regime democratico attui ideali democratici come la libertà e l’uguaglianza come valori chiave e dove i cittadini siano più liberi e più uguali che in qualsiasi altro regime. Giovanni Sartori, ad esempio, sostiene che «l’uguaglianza senza libertà non può nemmeno essere rivendicata» (Sartori 1987). Già nel passato, le ricerche di Morlino sulla qualità della democrazia, che include libertà e uguaglianza, si sono concentrate sulla «convergenza reciproca» di questi valori (Morlino 2011). In altre parole, ogni dimensione ha un impatto diretto sulle altre e, di conseguenza, quando una dimensione migliora o peggiora, nelle altre si registra una trasformazione convergente.
Pertanto, gli ideali democratici possono influenzarsi l’un l’altro e, sebbene siano visti come un’aspirazione, aiutano a legittimare i regimi democratici. In effetti, la democratizzazione ha cambiato il mondo nella seconda parte del XX secolo, diventando il finale predeterminato di un “corretto” sviluppo sociopolitico. In questo contesto, gli ideali democratici sono stati influenzati dal progresso delle tecnologie dei media, che hanno condizionato l’opinione pubblica, e dalle conseguenze delle trasformazioni socio-economiche. Inoltre, l’impatto della Grande Recessione negli ultimi anni ha influenzato la visione della democrazia in termini di caratteristiche e obiettivi. In effetti, questa flessione è stata un evento con un “effetto catalizzatore” che ha accelerato o trasformato modelli di sfondo già correlati a tendenze interne ed esterne. Pertanto, la Grande Recessione non è stata una «burrasca di distruzione creativa», come nella visione schumpeteriana, ma piuttosto una scintilla capace di amplificare e spingere i fattori latenti che da tempo caratterizzano le democrazie occidentali. In questo modo, è difficile, o addirittura impossibile, parlare di questi cambiamenti senza considerare la globalizzazione – nel suo rapporto con i mercati, la finanza e il numero crescente di nuove grandi economie – e le ondate migratorie che hanno colpito l’Unione europea (UE) dopo la crisi economica.
Nello studio comparativo presentato in questo libro, il gruppo di ricerca di Morlino si è concentrato su sei paesi europei nell’ultimo decennio per comprendere meglio i cambiamenti più significativi. Quasi 360 milioni di cittadini vivono in queste zone, più di due terzi della popolazione totale dell’UE. Francia, Germania, Italia, Polonia, Spagna e Regno Unito diventano così i casi chiave attraverso i quali comprendere gli effetti della crisi. Come anticipato, i fattori di fondo interni ed esterni hanno avuto impatti diversi in ciascuno di questi paesi. Nel Regno Unito, il referendum sulla Brexit ha cambiato il suo rapporto con l’UE; Francia, Italia e Spagna, nonostante i loro diversi fattori interni ed esterni, sono state le più colpite dalla crisi; in Polonia, invece, nonostante si sia verificato un cambiamento politico sostanziale, non si sono registrate conseguenze significative direttamente collegate alla crisi; e addirittura in Germania sembrerebbero essersi registrati anche impatti positivi.
Ma cosa sono uguaglianza e libertà? L’uguaglianza, connessa al concetto di “giustizia”, è un principio fondamentale nel pensiero scientifico greco, dove esiste una distinzione tra un significato morale e uno politico. L’uguaglianza degli uomini è così inscritta in un ordine religioso e morale, che è l’ordine del cosmo, della giustizia cosmica. Quando pensiamo all’uguaglianza, è essenziale capire meglio l’uguaglianza o la disuguaglianza rispetto a cosa. Nella ricerca di Morlino, il focus principale è sulle uguaglianze economiche e sociali in un territorio specifico. Il primo riguarda le risorse economiche, come il reddito, e il secondo considera le risorse sociali che si distinguono empiricamente in almeno due dimensioni. Da un lato ci sono le caratteristiche culturali che riguardano l’etnia, e dall’altro i principali diritti sociali come l’istruzione, la salute e la protezione sociale.
Entrambe le dimensioni vengono prese in considerazione per quanto riguarda le opportunità di applicare o non applicare condizioni per correggere le disuguaglianze. In altre parole, per avere l’uguaglianza, un sistema di pari opportunità deve essere in grado di migliorare la condizione dei cittadini. In generale, oltre alla distribuzione delle risorse economiche all’interno della popolazione, una comprensione condivisa dell’uguaglianza economica e sociale presuppone l’attuazione dei diritti sociali e il modo in cui le disuguaglianze vengono eliminate attraverso le politiche pubbliche. Da questo punto di vista, è chiaro che il ruolo dell’UE è cruciale nel processo di pari opportunità. Le istituzioni dell’UE operano in un complicato equilibrismo tra strategia di coesione e obiettivi economici. Difatti, mentre lo scopo della coesione è correggere le disuguaglianze, alcune politiche economiche invece possono aumentarle. Ad esempio, le politiche di austerità possono avere effetti contraddittori in quanto alcuni paesi possono trarne vantaggio mentre altri no.
Riguardo alla libertà, Isaiah Berlin (1969) introduce un’utile distinzione tra libertà negative e positive nella visione moderna basata sulla precedente tradizione liberale classica. Partendo da questa distinzione, Sartori si concentra su cinque principali tratti funzionali alla comprensione del significato di una completa «libertà di scelta»: indipendenza, privacy, capacità, opportunità e potere. I primi due tratti definiscono la libertà negativa come il «silenzio della legge» hobbesiano, mentre gli ultimi tre spiegano la libertà positiva. Pertanto, l’indipendenza protegge e consente all’individuo di scegliere; la privacy è scegliere senza subire pressioni, guardando con calma dentro di sé; la capacità è un ampliamento della scelta disponibile; l’opportunità è il raggiungimento di alternative tra cui scegliere; e il potere è la condizione che crea un’effettiva eguale libertà di scelta. Il rapporto tra i primi due elementi e gli altri tre è di tipo procedurale, che è bene chiarire non è un ordine di importanza. Se prima si ha indipendenza e privacy allora diventano possibili le altre tre libertà positive. La completezza di Sartori è data dall’insieme dei cinque tratti.
Da questa prospettiva, in questo libro, gli autori focalizzano la ricerca sui tre tipi di libertà e sul modo in cui vengono riconosciute e garantite. Il primo è relativo alla dignità personale, che include il diritto alla vita e alla sicurezza personale, alla privacy o contro la discriminazione; il secondo riguarda i diritti civili fondamentali, compresa la libertà personale, la libertà di pensiero e di espressione; e infine i diritti politici, che includono il diritto di voto e di essere votati.
Così l’uguaglianza e la libertà vengono analizzate e misurate come valori indistinguibili di democrazia, che esprimono bisogni necessari all’interno della società moderna, ma anche per quanto riguarda la convinzione, da un approccio tocquevilliano, che esista un punto estremo in cui l’uguaglianza e la libertà si toccano e si fondano. Così questi valori chiave sono considerati insieme per capire se le disuguaglianze hanno una correlazione negativa con le crescenti limitazioni delle libertà e viceversa. Più in generale, questa analisi mostra che l’agire politico può avere un ruolo cruciale in circostanze di crisi, all’interno delle istituzioni e nel rapporto con la società. L’implementazione delle regole può consolidare le istituzioni pubbliche e la loro funzione centrale. Inoltre, la capacità di sviluppare politiche nazionali ed europee basate sulla solidarietà, soprattutto in modo complementare, potrebbe consentire una maggiore legittimazione dell’UE.
La contemporaneità, infatti, mostra nuove forme di antipolitica e populismo, a volte in relazione tra loro e altre volte no, con un alto livello di sfiducia nella politica o nell’UE e nelle sue manifestazioni. Con un andamento carsico, questo sentimento corre sotterraneo ed emerge periodicamente con riferimento esplicito a eventi o comportamenti condannabili dei partiti, della classe politica o delle istituzioni comunitarie. In questa confusione, prende spazio l’affermazione di atteggiamenti di disperazione o rabbia collettiva che trovano radici in una possibile nuova indipendenza nazionale, ad esempio, con il referendum di uscita dall’UE, mentre, d’altra parte, basterebbe una semplice ricetta di specifiche politiche pubbliche utili nelle nostre democrazie per contrastare le disuguaglianze e accrescere i diritti sociali.
Riferimenti bibliografici
I. Berlin, Four Essays on Liberty, Oxford University Press, Oxford 1969.
L. Morlino, Changes for Democracy. Actors, Structures and Processes, Oxford University Press, Oxford 2011.
G. Sartori, The Theory of Democracy Revisited, Chatham House, Chatham 1987.
Leonardo Morlino, Equality, Freedom, and Democracy: Europe After the Great Recession, Oxford University Press, Oxford 2020.