Sono le sei di mattina di un giorno freddo di fine febbraio e i portici di Bologna sono avvolti da una nebbia fittissima. L’Autostazione, un edificio immenso e fatiscente, apparentemente è ancora deserta. Ma quando si raggiunge il primo piano, ecco spuntare decine di comparse, in fila, sulle scale ad aspettare il loro turno. Tra poco verranno chiamate e diventeranno gli abitanti di Clerville. In attesa che questa magia si compia, si rimane sorpresi da questo strano luogo abbandonato e dalla scelta del tutto particolare dei due registi, i fratelli Manetti Bros, di immaginare e sognare, proprio qui, il loro cinema. In questi ambienti è stata girata anche la serie televisiva L’ispettore Coliandro: su alcune porte c’è ancora traccia di quell’esperienza negli adesivi del Commissariato.
In occasione della loro nuova avventura cinematografica, il secondo capitolo di Diabolik, i Manetti Bros hanno trasformato, ancora una volta, l’Autostazione in uno spazio di creatività e fermento, lo stesso che si respira attraversando i corridoi. Improvvisamente, dai camerini spuntano fuori poliziotti, giornalisti, viaggiatori. A scegliere con cura i meravigliosi abiti rigorosamente anni sessanta, è Ginevra De Carolis, costumista e figura essenziale, ormai da anni, della squadra dei Manetti, che per Diabolik 1 ha ottenuto la candidatura ai David di Donatello 2022.
Dopo ore di preparazione, tutto è finalmente pronto per girare la scena del giorno: l’arrivo, all’aeroporto di Clerville, di Altea, duchessa di Vallenberg, collaboratrice fidata e amante di Ginko, interpretato da Valerio Mastandrea. Ci lasciamo l’Autostazione alle spalle per raggiungere un’altra zona di Bologna, dove è stato allestito il set.
Il secondo capitolo cinematografico di Diabolik, come svela il titolo stesso, Ginko all’attacco, si concentra sulla figura dell’ispettore che da sempre ha un solo obiettivo: catturare il criminale che ogni volta riesce a trovare il modo di sfuggirgli. Altea, figura quasi angelica vestita di bianco, interpretata da Monica Bellucci, sembra essere l’unica a conoscere il suo segreto, tanto che durante uno dei loro incontri clandestini si rivolge a Ginko e gli dice: “Per te Diabolik è un’ossessione”. Le sorelle Giussani hanno costruito questo personaggio, immaginandolo come lo specchio del suo avversario. Destinato a essere sconfitto ma mai perdente.
Se Ginko non può vincere non è perché non ne sia capace ma perché il suo nemico gioca sporco: Diabolik si trasforma, utilizzando maschere di cui la polizia non può disporre. E, cosa più importante,a differenza di Ginko, non deve sottostare alla legge – legge che il suo nemico, però, cerca in tutti modi di aggirare, pur di riuscire a catturarlo. L’unica legge a cui Ginko sembra obbedire è, infatti, quella del desiderio. È sempre il desiderio a orientare le sue azioni e a scandire il ritmo di questo secondo capitolo cinematografico molto più introspettivo e intimo del primo, in cui l’azione lascia il posto alla riflessione, mostrando le incertezze e le difficoltà di un’indagine destinata a fallire.
Ginko è disposto a tutto ed è talmente accecato da non riuscire ad abbandonarsi all’amore della donna che, pur di stare con lui, vorrebbe farsi coinvolgere in questa impresa. Ma Ginko la lascia fuori da tutto questo, al margine del suo desiderio. A differenza di Diabolik, che trova in Eva Kant una complice e un’alleata fondamentale, Ginko non riesce fino in fondo ad accogliere Altea, tanto che lei alla fine sceglie di ripartire per Vallenberg. Mentre l’amore tra Eva e Diabolik si rafforza e vive delle continue fughe a cui sono costretti, quello tra l’ispettore e la duchessa viene continuamente messo a rischio da questa indagine.
Il desiderio di Ginko, sempre differito, apparentemente trova il suo appagamento quando riesce a trovare il covo di Diabolik, che lo ha costruito all’interno della montagna. Ma, prima che la polizia di Clerville possa entrarvi, Diabolik ed Eva Kant riescono, ancora una volta, a sfuggirgli.
Diabolik 2. Ginko all’attacco!. Regia: Manetti Bros.; soggetto: personaggio creato da Angela e Luciana Giussani, soggetto di Mario Gomboli, Manetti Bros., Michelangelo La Neves; ceneggiatura: Manetti Bros., Michelangelo La Neve; fotografia: Angelo Sorrentino; montaggio: Federico Maria Maneschi; musiche: Pivio e Aldo De Scalzi; interpreti: Giacomo Gianniotti, Miriam Leone, Valerio Mastandrea, Monica Bellucci, Alessio Lapice, Pier Giorgio Bellocchio; produzione: Mompracem, Rai Cinema; origine: Italia; durata: 111′; anno: 2022.