Il commissario Gereon Rath è inquadrato in primo piano ma la fonte luminosa che si irradia sul suo volto, mostrandone il sudore e svelandone l’angoscia, è fuoricampo e vi resterà relegata sino all’ultimo episodio. Il campo sonoro è quasi del tutto saturato dal suo respiro, intenso e a tratti affannoso. Cosa spaventa e forse attrae Gereon, cosa sta accadendo attorno a lui? Uno sparo improvviso lo costringe a voltarsi. Amplificato dallo stridere dei violini della colonna sonora e dall’eco delle urla, il campo di tensioni si intensifica: inquadrato di spalle, il commissario procede lentamente, tra i corpi senza vita dei suicidati e quelli ancora agonizzanti. Il suo incedere è incerto, tremolante, come in preda a un’allucinazione; oppure è come se nei suoi arti si fossero innestate delle protesi meccaniche che ne ostacolano la fluidità dei movimenti. Discende la scalinata, fino alla sala centrale della Borsa di Berlino, lastricata di cambiali ormai insolvibili e di fogli abbandonati dagli intermediari finanziari. Dopo aver raggiunto il portone d’uscita, il commissario viene travolto da un folla isterica. L’attività onirica dell’individuo, «capace di registrare con la minuzia di un sismografo gli effetti causati dagli avvenimenti politici esterni all’interno dell’individuo» (Beradt 2020, p. 33), si salda al delirio collettivo scatenato dalla disfatta economica. Quest’ultima, durante il quinquennio successivo, sarà una delle cause che favoriranno il sostegno popolare al nazismo, garantendo così il dilagare del terrore dittatoriale.
È il 25 ottobre del 1929: mentre il sistema economico statunitense sta collassando, la Germania e l’intera Europa cedono sotto i colpi di una crisi finanziaria senza precedenti. Ma lo spettatore è solo all’inizio – e quello appena descritto è l’incipit ma anche il finale – di un viaggio in cui i confini tra sogni e realtà risulteranno sempre molto labili e che porterà i personaggi della terza stagione di Babylon Berlin (2017-) dagli abissi tenebrosi di Berlino, una città segnata dai traumi della Prima guerra mondiale e dal progressivo disfacimento degli ideali democratici, verso la luce accecante di un mondo nuovo, segnato dall’ascesa di Hitler.
L’arco cronologico coperto dai dodici episodi della terza stagione è di cinque settimane, dal 20 settembre al fatidico martedì nero dell’ottobre 1929, che inaugura la Grande Depressione nel mondo industrializzato. Allargando il punto di vista dell’analisi anche alle precedenti stagioni, in Babylon Berlin la storia, l’immaginario e le passioni che attraversano la Repubblica di Weimar vengono riattraversati, rimediati e attualizzati attraverso un modello seriale che combina una fitta rete rimandi intertestuali – composta attraverso le regole del pastiche e del remake, finalizzati alla ripresa di temi, stili e atmosfere del cinema espressionista (Hall 2019) – alle strategie narrative del crime.
Nella serie tedesca ideata da Tom Tykwer, Achim von Borries e Hendrik Handloegten, a partire dal romanzo di Volker Kutscher La morte non fa rumore, il meccanismo della detection agisce su un duplice livello: accresce la complessità delle linee narrative e introduce gli elementi per una riflessione sulla storia tedesca del Novecento. Oltre a definire la trama, gli stilemi del genere crime contribuiscono dunque alla messa in discorso di una memoria ancora controversa. Seguendo una delle linee di ricerca proposta dal progetto europeo DETECt, comprendere il successo popolare delle narrazioni crime a sfondo storico e analizzarne le forme di rappresentazione del passato diventa uno strumento utile per costruire una mappatura intermediale dei fenomeni storici, politici e culturali che alimentano la costruzione delle identità europee.
L’indagine sui mandanti dell’attentato al questore August Benda e alla figlia innesca una serie eventi che porteranno Rath e la sua assistente Charlotte Ritter a esplorare nuovamente (era già avvenuto nelle stagioni precedenti) la voragine di complotti, messi in atto per esacerbare il malcontento popolare, e piani segreti per il riarmo che legano le frange politiche e militari più conservatrici al partito Nazionalsocialista. I due poliziotti della sezione criminale dovranno inoltre risolvere il caso dell’uccisione della nota attrice Betty Winter, avvenuta durante le riprese di uno dei primi film sonori, I demoni della passione. La ricerca dell’identità del fantasma nero, artefice della serie di omicidi legati al film, porterà a incriminare Leopold Ullrich, il responsabile della polizia scientifica che, ossessionato dalla marginalità del suo ruolo e in cerca di notorietà, era riuscito a trasformare una faida tra fazioni criminali nell’azione metodica di un serial killer. Nella caccia all’omicida seriale vengono dispiegati i più moderni metodi investigativi. Anche se l’utilizzo delle prove scientifiche riveleranno solo delle false piste, ingegnosamente disseminate sui luoghi dei delitti da Ullrich, l’introduzione degli archivi fotografici e di profilazione dei criminali, nonché dello schedario delle impronte digitali, rappresentano le prime forme di controllo preventivo attuate dalla polizia sui cittadini.
Babylon Berlin è anche un grande esperimento audiovisivo di ricostruzione della Berlino degli anni venti. La scelta delle location e gli effetti speciali, come il chroma key e la computer-generated imagery in fase di post produzione, hanno riattivato la memoria visiva di molti luoghi storici della capitale tedesca. Tra i molti esempi si può menzionare il cinema Delphi, trasformato nel nightclub Moka Efti, nel quale è ambientato una delle sequenze più affascinanti ed emblematiche delle prime due stagioni, o lo Studio Babelsberg, circuito di teatri di posa inaugurato nel 1912, in cui vengono ricreate molte delle strade e degli ambienti berlinesi presenti nella serie e che nella terza stagione diventa una sorta di set nel set, in cui il killer mascherato uccide le sue vittime durante le riprese del film.
Gli episodi della terza stagione sono intessuti di rimandi tematici e citazioni stilistiche del cinema tedesco, dall’avanguardia espressionista ai primi esperimenti sonori. Il personaggio dell’ipnoterapeuta Anno Schmidt, dietro il quale si cela il fratello di Rath, da lui creduto morto in trincea, è una citazione da Il dottor Mabuse (Lang, 1922). Il capo della squadra omicidi Ernst Gennat, considerato un esperto criminologo durante il Reich, è il soggetto a cui si ispira Lang per creare l’ispettore Karl Lohmann in M – Il mostro di Düsseldorf (1931) e ne Il testamento del Dottor Mabuse (1932), mentre in Babylon Berlin mantiene il suo vero nome. Le soluzioni luministiche e le scenografie dalle geometrie deformate presenti ne Il gabinetto del dottor Caligari (Weine, 1920) sono una fonte di ispirazione per I demoni della passione. In questo film, la creazione di Doppelgänger e il divenire macchina dell’uomo rievocano, tra gli altri, Lo studente di Praga (Rye, 1913) e Metropolis (Lang, 1927).
Attraverso questi rimandi intertestuali, Babylon Berlin rimedia un’epoca e fa dialogare il dispositivo seriale con quello cinematografico. Grazie ai film prodotti in Germania tra gli anni venti e trenta, e alla presenza di specifici motivi figurativi e narrativi come il sogno, il doppio, la folla, il diffondersi della criminalità, è possibile costruire una sintomatologia dei processi psichici e sociali che convoglieranno verso l’assoggettamento del popolo tedesco, riducendo quest’ultimo in una massa attratta e terrorizzata dal potere nazista (Kracauer 2001). A loro volta, le logiche della serialità, fondate sulla ripetizione e la dilatazione del racconto (Coviello 2020), riaprono le ferite traumatiche del secolo scorso e costruiscono mondi narrativi in cui è possibile ripercorrere il passato e comprenderne i lasciti nel presente.
Nel finale di stagione lo spettatore vede l’origine del turbamento del commissario Rath. Quest’ultimo riattraversa i ricordi e i meandri oscuri della città, rivive gli shock subiti durante la guerra, ritrova la paura e l’annebbiamento prodotto dall’abuso di droghe a cui si è sottoposto. Al termine di questo viaggio allucinatorio, nel baluginare di una nuova luce, emergono le potenze di un uomo nuovo, quella macchina umana che si appresta a marciare lungo le strade di Berlino.
Riferimenti bibliografici
C. Beradt, Il Terzo Reich dei sogni, Meltemi, Milano 2020.
M. Coviello, Nuove serialità, in Il cinema del nuovo millennio. Geografie, forme, autori, a cura di A. Cervini, Carocci, Roma 2020.
F. Hall, Babylon Berlin: Pastiching Weimar cinema, in “Communication”, vol. 33, n. 44 (2019).
S. Kracauer, Da Caligari a Hitler. Una storia psicologica del cinema tedesco, a cura di L. Quaresima, Lindau, Torino 2001.
Babylon Berlin. Ideatore: Tom Tykwer, Achim von Borries e Hendrik Handloegten; Interpreti:Volker Bruch, Liv Lisa Fries, Luc Feit, Jens Harzer, Udo Samel; produzione: X Films Creative Pool, Beta Film, Sky Deutschland, Degeto Film; origine: Germania, anno: 2017-in produzione.