I film di Hong Sang-soo possono essere definiti come la traiettoria di un movimento geografico: qualcuno parte e qualcuno ritorna in un continuo spostamento da luogo a luogo, da uno estraneo a uno familiare e viceversa. Lo spostamento è in genere sempre foriero di abbandoni, di incontri, di nuovi percorsi. A Traveler’s Needs, in concorso alla Berlinale 2024, fin dal titolo evoca la dimensione del viaggio connettendola a quella del bisogno: il viaggio, come esposizione continua alla possibilità, potrebbe essere il modo in cui colmare il bisogno, la manifestazione di uno stato di necessità, una lacuna che comporta uno stato di disagio.
La protagonista del film è una donna francese di nome Iris, giunta in Corea per un motivo a noi sconosciuto che, al fine di guadagnare dei soldi, si improvvisa insegnante di francese. Passando le sue giornate tra lezioni improvvisate e continui sorsi di makgeolli, la protagonista va continuamente a zonzo, tra strade e case, in cerca di qualcosa che non riesce a raggiungere o a trovare.
Con A Traveler’s Needs Hong Sang-soo, alla terza collaborazione con l’attrice francese Isabelle Huppert già diretta in In Another Country (2012) e Claire’s Camera (2017), conclude il trittico inaugurato nel 2012. La Huppert, diretta dal regista sudcoreano, ha sempre interpretato una donna occidentale in visita in Oriente o in contatto con persone orientali.
Anche se rientra a pieno titolo nei travel films (Choe 2019) del regista, A Traveler’s Needs esaspera le dinamiche esistenziali, interazionali e sociali che contraddistinguono i lungometraggi precedenti. In generale, la maggior parte dei personaggi di Hong Sang-soo, seppur in modi differenti, sono quasi sempre esseri fuggitivi e nomadi che, bisognosi di un rifugio temporaneo, in un movimento di deterritorializzazione delle origini geografiche e affettivo-emotive, si dedicano a un moto di autoscoperta. Il loro percorso interiore, anche se non completatosi del tutto alla fine del film, come evidenzia Choe, è sempre un movimento verso qualcuno o qualcosa capace di suscitare emozioni: dal latino emovere, la parola emozione significa proprio muovere, scuotere, smuovere (2019, p. 6).
Al contrario, in A Traveler’s Needs il movimento di autoscoperta della protagonista sembra essere impossibile e interrotto: il bisogno, evocato fin dal titolo ed esplicitato dalle frasi che Iris annota nelle sue cards (“Chi mi rende così stanca, chi mi spinge sempre a voler qualcos’altro?”), non potrà essere colmato se lei non deciderà di muoversi intenzionalmente verso qualcuno o qualcosa.
Se in In Another Country la protagonista ha ben tre identità (il film è diviso in tre episodi dove Huppert interpreta diverse donne) e in Claire’s Camera ne ha solo una (è una professoressa di francese in viaggio a Cannes con un’amica), la protagonista di A Traveler’s Needs invece non ne possiede nessuna. A differenza dei due film precedenti, in cui le rispettive protagoniste erano dei personaggi con una precisa identità sociale e spirituale, Iris è una donna senza un’accertata professione, senza origini note, senza un passato che la possa rappresentare e costituire come un soggetto reale. Come disperatamente urla la mamma del giovane amante coreano di Iris, neanche noi spettatori possiamo affermare di conoscerla, ma solo immaginare la sua identità.
La protagonista sembra provenire dal nulla e diretta verso il nulla, assorbita da un movimento vuoto e adirezionale, che la spinge a cercare negli altri le emozioni che non riesce più a provare in sé stessa. A partire dalle due forme artistiche maggiormente efficaci nel suscitare immediatamente reazioni emotive, cioè la musica e la poesia, Iris spinge i suoi allievi a descrivere che cosa esse provochino in loro: l’insistenza nel porre sempre la stessa domanda “Come ti senti quando suoni? Come ti senti nel profondo?” rivela questa sua ossessiva ricerca emotiva.
La continua presenza di riferimenti alla lingua, sia la lingua madre di Iris (il francese), sia quella con cui comunica (l’inglese) o quella che non padroneggia (il coreano), fa emergere l’importanza del linguaggio come mezzo attraverso il quale si cerca di stabilire un contatto emozionale con l’altro. Il bizzarro metodo che la protagonista adotta per insegnare il francese ai suoi allievi coreani è una divertente situazione reiterata e creata come espediente narrativo utile a far emergere questo forte bisogno. A parere di Iris, le lingue non possono essere apprese fino in fondo se insegnate attraverso formule astratte e memorizzate meccanicamente: imparare realmente una lingua straniera è imparare ad esprimere attraverso di essa le vere emozioni.
Ecco perché le solite formule codificate, con le quali i due coniugi coreani si riferiscono a lei, fanno sorgere momenti di fastidio e imbarazzo, oppure sfociano in improvvise risate isteriche. Lo zoom, che di solito è utilizzato dal regista per sottolineare i momenti di intersoggettività affettivo-emotiva, in A Traveler’s Needs è un movimento estraniante che contribuisce a rendere l’atmosfera delle relazioni ancora più fastidiosa e perturbante. Si pensi all’improvviso zoom sul cane dei coniugi coreani mentre sembra fissare e “giudicare” gli impacciati dialoghi dei tre personaggi.
Il moto inerte che la protagonista intraprende per i parchi e per le strade della città coreana conferma questa condizione di stasi: spesso sdraiata, seduta o alle prese col suo andamento trascinato e traballante, Iris non riesce ad andare da nessuna parte. Inoltre, il registratore che porta sempre con sé, col quale ascolta le cassette su cui gli allievi registrano la lezione del giorno, è uno strumento di fissazione e trattenimento che permette potenzialmente una ripetizione infinita e vincolante. In conclusione, l’immobilità fisica della protagonista, ostacolando qualsiasi movimento verso il nuovo, è speculare alla sua immobilità emotiva.
Riferimenti bibliografici
Y. Choe, Transitional Emotions: Boredom and Distraction in Hong Sang-su’s Travel Films in “Korean Studies”, n. 33 (2009), pp. 1-28.
A Traveler’s Needs (Yeohaengjaui pilyo). Regia: Hong Sang-soo; sceneggiatura: Hong Sang-soo; fotografia: Hong Sang-soo; montaggio: Hong Sang-soo; interpreti: Isabelle Huppert, Lee Hyeyoung, Kwon Haehyo; produzione: Jeonwonsa Film Co. Production; distribuzione: Finecut; origine: Corea del Sud; durata: 90′; anno: 2024.